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domenica 8 giugno 2014

A Siracusa...

Sono stata l'11 maggio in Sicilia insieme ai miei alunni di II liceale
e abbiamo assistito nel teatro di Siracusa alla rappresentazione dell'Agamennone di Eschilo.

Ecco le impressioni in versi del mio amico Amleto Dubbioso...

A Siracusa...

E abbiamo visto
nascer la luna e tramontare il sole
sopra il teatro pronto alla mattanza.
E abbiamo udito
l’urlo feral d’Agamennòn ferito,
di Clitennestra il grido di vendetta,
l’agghiacciante lamento di Cassandra
che sa e prevede ma non è creduta.
E infine ora torniamo ai nostri monti
la mente e il cuore pieni di bellezza...

(Amleto Dubbioso)

giovedì 2 gennaio 2014

Mi sono imbattuta su FB in questa poesia, postata da un mio ex alunno, che mi sembra molto significativa anche se un po' triste, melanconica e pessimista... Il suo autore, Cesare Pavese, la scrive nell'inverno del 1935, mentre si trova in un paesino della Calabria dove è stato confinato dal regime fascista per motivi politici, ed esprime in questi versi tutta la monotonia e la sterilità della sua vita, la solitudine e la noia percepite soprattutto all'alba, quando inizia un nuovo giorno che si preannuncia uguale ai giorni che lo hanno preceduto e a quelli che inutilmente lo seguiranno. Il titolo, "Lo Steddazzu", significa in dialetto calabrese grande stella e in questo caso indica "Venere", la "stella verdognola".
LO STEDDAZZU .................................................................................................................................................................................................................................................................................... L’uomo solo si leva che il mare e ancor buio .......................................................................................................................................... e le stelle vacillano. Un tepore di fiato .......................................................................................................................................... sale su dalla riva, dov'è il letto del mare, .......................................................................................................................................... e addolcisce il respiro. Quest’è l'ora in cui nulla .......................................................................................................................................... può accadere. Perfino la pipa tra i denti .......................................................................................................................................... pende spenta. Notturno è il sommesso sciacquio. .......................................................................................................................................... L’uomo solo ha già acceso un gran fuoco di rami .......................................................................................................................................... e lo guarda arrossare il terreno. Anche il mare .......................................................................................................................................... tra non molto sarà come il fuoco, avvampante. .................................................................................................................................................................................................................................................................................... Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno .......................................................................................................................................... in cui nulla accadrà. Non c'è cosa più amara .......................................................................................................................................... che l'inutilità. Pende stanca nel cielo .......................................................................................................................................... una stella verdognola, sorpresa dall'alba. .......................................................................................................................................... Vede il mare ancor buio e la macchia di fuoco .......................................................................................................................................... a cui l'uomo, per fare qualcosa, si scalda; .......................................................................................................................................... vede, e cade dal sonno tra le fosche montagne .......................................................................................................................................... dov'è un letto di neve. La lentezza dell'ora .......................................................................................................................................... e spietata, per chi non aspetta più nulla. .................................................................................................................................................................................................................................................................................... Val la pena che il sole si levi dal mare .......................................................................................................................................... e la lunga giornata cominci? Domani .......................................................................................................................................... tornerà l'alba tiepida con la diafana luce .......................................................................................................................................... e sarà come ieri e mai nulla accadrà. .......................................................................................................................................... L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire. .......................................................................................................................................... Quando l'ultima stella si spegne nel cielo, .......................................................................................................................................... l'uomo adagio prepara la pipa e l'accende. (Cesare Pavese) Le tre lunghe strofe in cui si dipana la poesia sono costituite da nove versi , le prime due, da sette l'ultima e, in assenza di rime, i versi sono legati tra loro da consonanze e assonanze, anafore ed epifore, e soprattutto enjabement che contribuiscono a comunicare l'idea di attesa. come l'ultima strofa priva di due versi può suggerire al lettore che anche al poeta manca qualcosa... da parte del poeta di qualcosa di nuovo, di diverso, di appassionante che venga a modificare la sua vita e a dare significato alla lunga e monotona teoria di giorni, tutti uguali l'uno all'altro, tutti ugualmente insipienti e noiosi. Ma le sue aspettative sono destinate ad essere deluse e il nuovo giorno che inizia allo spegnersi dell'ultima stella appare inutile e vano, fonte di angoscia e di disperazione per l'uomo che non vede prospettive e vie d'uscita.

sabato 8 dicembre 2012

Saffo, divina poetessa delle umane passioni...

Riprendo a dipanare il serico filo della poesia, dopo mesi di silenzio determinato dalle vacanze estive e dai successivi ed eccessivi impegni di lavoro (scolastico). Alcuni anni fa ho guidato i miei alunni in un lavoro sulla lirica greca arcaica e su Saffo, donna raffinata, colta e sensibile, divina poetessa delle umane passioni...

domenica 13 maggio 2012

Una poesia per la madre...

Oggi, 13 maggio 2012, qui in Italia è la Festa della Mamma. Quella con la M maiuscola, quella che ognuno ha o ha avuto e che, appena nati è stata la prima, talvolta l'unica persona che, dopo averci dato la vita,ci ha permesso di sopravvivere. Infatti il cucciolo dell'uomo è l'unico essere vivente che al momento della nascita è completamente inerme e incapace di sopravvivere senza aiuto: riesce solo a piangere e a stringere le dita delle manine nel tentativo di afferrare una qualsiasi speranza di salvezza.
Questo gesto istintivo, retaggio primordiale, il neonato lo perde dopo i tre mesi, ma avrà bisogno di altro tempo prima di potersi muovere per cercare cibo e tutto ciò che possa garantirgli la sopravvivenza. Per festeggiare tutte le mamme, e ricordare quelle che non sono più accanto ai loro figli, ecco allora una poesia...
Supplica È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un ‘infinita fame d’amore, dell’amore di corpi senz’anima. Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: ho passato l’infanzia schiavo di questo senso alto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l’unico modo per sentire la vita, l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita. Sopravviviamo; ed è la confusione d’una vita rinata fuori della ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile... (Pier Paolo Pasolini)

venerdì 6 aprile 2012

Gabbiani!

Inserisco qui una bella poesia di Cardarelli, che mi è stata mandata insieme agli auguri di Pasqua da un mio caro amico... Gabbiani
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,/ ove trovino pace./ Io son come loro / in perpetuo volo./ La vita la sfioro / com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo./ E come forse anch’essi amo la quiete,/ la gran quiete marina,/ ma il mio destino è vivere / balenando in burrasca./ (Vincenzo Cardarelli) _________________________________ Grazie, Giorgio!

mercoledì 15 febbraio 2012

San Valentino!

Ieri,14 febbraio, San Valentino,
eletto a sua insaputa protettore degli innamorati e...
promoter di fiorai, cioccolatieri, gioiellieri...

Tuttavia ben venga San Valentino se ci dà l'occasione
di (ri)leggere qualche bella poesia d'amore...


Weltanschauung
in tedesco significa concezione/visione del mondo e della vita.

In questa lirica Saffo confessa la sua weltanschauung ...


« Οἱ μὲν ἰππήων στρότον, οἰ δὲ πέσδων
οἰ δὲ νάων φαῖσ' ἐπ[ὶ] γᾶν μέλαι[ν]αν
ἔ]μμεναι κάλλιστον, ἔγω δὲ κῆν' ὄττω τις ἔραται. »

«Alcuni dicono che la cosa più bella sulla nera terra
sia una schiera di cavalieri, altri dicono un esercito di fanti,
altri ancora una flotta di navi, io invece dico ciò che si ama. »

martedì 7 febbraio 2012

Wislawa Szymborska

Qualche giorno fa abbiamo visto in TV Roberto Saviano
nei panni, per lui inusuali, di fine dicitore e lettore di poesie;
tuttavia mi sembra che sia riuscito a trovare il tono giusto,
lui abituato più alla prosa di denuncia, per leggere una poetessa così schiva e così grande come Wislawa Szymborska (Nobel 1996, scomparsa appena una settimana fa.
Anch'io propongo qui una lirica di questa poetessa polacca che riesce a volte a dire grandi verità con ironia e una grande raffinatezza lessicale.

AD ALCUNI PIACE LA POESIA

Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.

(Wislawa Szymborska)